La Minitopo firmata Colombo? Sulla scrivania
A distanza di cinquant’anni, Stilnovo riedita la lampada Minitopo, ideata da Joe Colombo nel 1970. «Minitopo deriva da Topo, la luce studiata dal designer per i tecnigrafi dei tavoli da disegno», racconta l’architetta Ignazia Favata, assistente e oggi erede del poliedrico creativo. «L’antesignana Topo è una luce con braccio snodabile, per essere spostata facilmente. Il corpo lampada accompagna la forma della lampadina a incandescenza e del suo portalampada, come un vestito che evoca la silhouette di un topolino, con un’impugnatura nera in cima al riflettore per orientare la lampada senza scottarsi le dita». Montata la prima Topo, Joe Colombo pensa subito anche a una serie per la casa: «Nasce la Minitopo, prodotta fin da allora da Stilnovo. La Minitopo mantiene il diffusore della Topo, ma al posto del braccio snodabile ha un solo supporto, un elemento tubolare curvato che si sviluppa in una base circolare e in uno stelo arcuato, per prendere e spostare la lampada con facilità».
Per Colombo «la forma, sempre originale, serve a risolvere i problemi. Come le cinque fessure sul diffusore, ispirate alle prese d’aria delle auto di Formula 1 d’epoca, impiegate per dissipare il calore ed evitare l’abbagliamento». Sia Topo che Minitopo sono colorate: «L’architetto amava le cromie accese, è stato un anticipatore. Aveva iniziato con arredi con varie combinazioni cromatiche pubblicati da Gio Ponti, suo grande promotore, sulla rivista Domus. Con gli studi e l’esperienza artistica nel movimento Nucleare, Joe Colombo aveva maturato un processo creativo armonioso, in cui la forma si concretizzava spontaneamente quando disegnava. Fu Bruno Munari a dirgli che l’arte era morta, molto probabilmente innescando in lui la voglia di sperimentare altro, come i mobili prima e i prodotti industriali dopo».